Festival Internazionale della musica tra pini e fontane a Villa Carlotta

Villa Carlotta accoglie mercoledì 17 luglio alle ore 20.30 un duo pianistico amatissimo dal pubblico di LacMus, quello composto dai direttori artistici Louis Lortie e Paolo Bressan. Il nucleo centrale di questo concerto a quattro mani, dal titolo Pini e fontane a Villa Carlotta, consiste nei due celebri poemi sinfonici di Respighi, Fontane di Roma Pini di Roma, che fin dalle loro origini sono circolati anche in versione pianistica: il primo fu anche realizzato personalmente da Respighi e Alfredo Casella. Completano il programma una scelta di valzer di Reynaldo Hahn, di raro ascolto, e un classico del repertorio di genere, Dolly di Fauré, sei pezzi lievi e giocosi, ispirati al mondo dell’infanzia.

Il concerto del duo Lortie-Bressan a Villa Carlotta si apre con sette valzer tratti dalla raccolta Le ruban dénoué (Il nastro sciolto) di Reynaldo Hahn, scritti per due pianoforti durante la prima guerra mondiale e pubblicati a Parigi nel 1917. Si tratta di uno dei lavori da camera più importanti dell’autore franco-venezuelano, allievo di Massenet, di cui ricordiamo i 150 anni dalla nascita. Hahn, che di lì a poco avrebbe deciso di dedicarsi principalmente al teatro musicale, li compose per alleviare la noia e le sofferenze dei compagni al fronte, con l’intento di fermare, in ciascuno dei dodici valzer che compongono l’intera suite, un momento importante della propria vita.

A dare il titolo alla serata sono i due famosissimi poemi sinfonici di Ottorino Respighi, Fontane di Roma Pini di Roma, qui nella trascrizione per duo pianistico. Tra tutti i compositori della cosiddetta “generazione dell’80”, che nell’Italia del primo Novecento propongono un rinnovamento del linguaggio musicale, Respighi ha forse il maggior respiro culturale a livello europeo. Allievo in Italia di Giuseppe Martucci, lo troviamo poi come prima viola al Teatro di Pietroburgo dove segue i corsi di Rimskij-Korsakov, e in seguito a Berlino a contatto con Max Bruch e Richard Strauss.

Nei suoi poemi sinfonici, in particolari quelli dedicati alla Capitale, Respighi coniuga un profondo senso della natura, un genuino interesse per le tradizioni popolari, il gusto delle antiche forme liturgiche del canto gregoriano, ma anche numerosi richiami alla contemporanea cultura musicale europea – echi di Smetana, Debussy, Ravel, Stravinskij. Il senso del colore, cifra personale dello stile di Respighi, non si perde neppure nella versione pianistica, ma pone agli interpreti una sfida affascinante, quella appunto di rendere con il timbro di un solo strumento le mille sfumature dell’intera orchestra.

Una deliziosa pausa dai toni teneri e domestici è quella dedicata alla suite Dolly op. 56 di Gabriel Fauré. Questi sei quadretti per pianoforte a quattro mani videro la luce nel periodo 1893-1897 e sono dedicati alla figlia di Emma Moyse, soprano con la quale Fauré aveva avuto un legame sentimentale, e che in seguito diventerà la seconda moglie di Debussy. Dolly era il soprannome della bambina, ed è in un’atmosfera di affettuosa dolcezza che nacque l’unica composizione per quattro mani del compositore francese. La lieve Berceuse fu composta in occasione del primo compleanno di Dolly; il quarto pezzo, il descrittivo Kitty-Valse,  per il quarto compleanno della bambina. Senza fretta, anno dopo anno, Fauré diede vita a questo piccolo gioiello di pura freschezza e spontaneità.

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